tradimento e psicologia,
Il tradimento è per sua natura una atto di relazione: nasce e prende forma esclusivamente nei luoghi nei quali è presente il rapporto con l’altro, e ad essere deluse (tradite) sono fiducia e aspettative.
Per tradire è necessario prima “appartenere”, e risulta fondamentale un legame connotato da una relazione fiduciaria consapevole e volontaria.
Quindi, il tradire nasce da una condivisione e da una appartenenza: ciò che viene tradita è la sacralità del “noi”, la reciproca appartenenza come ad esempio la condivisione di un segreto, di un ideale: oltre il proprio partner si può tradire un gruppo, una religione, delle idee politiche.
Il tradimento è l’incubo delle grandi aziende verso i propri dirigenti: chi fa la spia si rivela una rovina laddove la coesione rappresenta un tratto fondamentale del comune agire.
La conseguenza è che chi tradisce, chi si allontana da un gruppo o da una comunità (di qualsiasi tipo la si intenda) è considerato un reietto, ed è tale in nome di aspettative relazioni e emotive condivise.
Non si può essere traditi in una relazione nella quale non si accetti reciprocamente il vincolo di fiducia.
Dove si verifica il tradimento preesistono e coesistono interrelazioni connotate dalla fiducia e da aspettative di lealtà, ed è per questo che subire un tradimento comporta conseguenze drammatiche che ci colpiscono inaspettatamente, eventi che si verificano proprio quando ci si fida – e affida – all’altro nei luoghi della mente e del cuore, siti nei quali è la fiducia a dominare: un’aggressione interna alla relazione in grado di frantumare il rapporto e l’immagine che ognuno ha di sé.