Separazione e indagini,
Quando marito e moglie si separano, il giudice prende in esame le rispettive condizioni economiche per verificare se vi è una sproporzione. Solo in tale caso dispone, a carico del coniuge con il reddito più alto, l’obbligo di corrispondere un «assegno di mantenimento» in favore dell’ex. Questo assegno viene poi, al momento del divorzio, confermato o meno prendendo il nome di «assegno divorzile». Scopo di tale contributo è garantire al coniuge che, a causa dell’età o delle condizioni di salute non è in grado di mantenersi da solo, un’autosufficienza economica.
La verifica dei redditi da parte del giudice passa attraverso l’esame delle ultime dichiarazioni dei redditi che le parti sono tenute a depositare al momento della separazione. Inutile dire che, in un Paese come il nostro ove l’evasione fiscale è particolarmente elevata, i documenti fiscali spesso non rispecchiano la reale situazione economica del contribuente. Tra lavoratori in nero, lezioni private, professionisti che non fatturano, imprenditori abili a giocare sulle pieghe di bilancio potrebbe ben succedere – e avviene spesso – che, a fronte di un reddito dichiarato all’Agenzia delle Entrate, l’effettiva ricchezza del soggetto sia completamente diversa. Come si supera il problema? La legge prevede la possibilità di eseguire delle indagini sulla situazione patrimoniale dei coniugi. Lo strumento utilizzato a tal fine è l’accertamento della polizia tributaria per le separazione-e-indagini(ma anche per i divorzi).